mercoledì 8 marzo 2017

Impara con la mente, poi dimentica ...


Il maestro sedetti sulla vecchia e polverosa sedia di paglia. A suo fianco vi era "rugiada splendente", la sua spada dalla lama ormai quasi seghettata per via dei colpi subiti. Un vento leggero entrò dalle alte finestre lungo il muro di fianco a noi, tremarono le deboli fiamme delle candele tutt'attorno. Iniziai ad eseguire i miei taolu, le forme del nostro stile che ormai da anni praticavo.
Corse il tempo nel tempo dell'estate, la vita fugace scappava nella giovane inconsapevolezza di quegli anni. Domandai allora:
- Maestro, l'ho eseguita bene la forma?
Non rispose di immediato, sembrò quasi pensare e valutare mentalmente la giusta risposta. Dopo l'attimo di attento pensiero la serena voce del maestro esclamò:
- Fa schifo!
Molte lune si alternarono, molte volte sfinito dal ripetere provai a chiedere ancora, nella speranza di avere un giusto consiglio, una giusta guida: Maestro, l'ho eseguita bene la forma? Puntualmente la risposta si ripeteva con tenacia sempre maggiore: Fa schifo!
L'irruenza della gioventù cavalcava il cuore, mentre rabbia e frustrazione lasciavano spazio a sempre meno ambizioni di sapere, tanto, ormai sapevo che la risposta era sempre e comunque: fa schifo!
Continuai.
Non mi fermavo più a pensare se lo facevo giusto o sbagliato, non pensavo più alla mossa successiva: "facevo e basta", non domandavo più cercando il consiglio, ma mi allenavo, ripetevo, ripetevo, ripetevo.
Basta!
La sua voce risuonò nella stanza di giada, la sua mano destra era alzata, indicandomi di fermarmi.
Il respiro era ancora spezzato dalla fatica, mentre il sudore caldo scendeva dalla fronte quale fontana mistica.
portai il ginocchio e la mano destra a terra, aspettai.
- Adesso è accettabile!
- Le parole del maestro sono enigmatiche. Maestro che cosa è accettabile?
- Quando ti fermi a giudicare la forma, non alleni la forma ma il tuo ego. Quando ti fermi ad allenare la forma, alleni la forma. Quando alleni la forma senza pensiero la forma può finalmente sbocciare come il fiore di loto. Impara con la mente, poi dimentica ed impara senza mente.
Quel giorno la Piccola Tigre aveva molto su cui meditare.

lunedì 2 gennaio 2017

Ricordi d'estate


Calava il sole lungo il rosso orizzonte, i raggi talvolta trafiggevano le nubi dalle rosate sfumature. Il tempestoso mantello dei mari del sud ritmicamente copriva la riva, mentre la nera sagoma di un pellicano in lontananza, fissava le novelle stelle della sera. Mi fermai ancora.
Il caldo sapore del sangue si mischiava in bocca a quello della sabbia, lo sguardo cominciava ad annebbiarsi mentre la stanchezza scorreva leggera lungo gli arti. Un colpo ancora, fortissimo. In pancia. Caddi.
Un secondo ancora ed il suo piede avrebbe spazzato via la mia faccia dalla sabbia, il maestro sollevo la mano destra: "Basta così grande drago". provai ad alzarmi ... Mi diede una mano.
Stavamo in piedi di fronte al maestro, solo il rumore delle onde marine cavalcava il vento.
- cosa hai imparato oggi piccola tigre?
- Vincere grande drago è un obiettivo ancora lontano da raggiungere, Maestro.
-Non la vittoria è cosa buona mio giovane discepolo, ma ciò che ogni giorno riusciamo ad imparare. Non vi è nessun maestro migliore della perdita, dello sbaglio. Sii grato al tuo avversario, perché è solo grazie a lui che tu migliori te stesso. E' solo grazie all'errore che puoi imparare, che puoi evolverti, che puoi conoscere!
Ricordate: per migliorare, dovete affrontare difficoltà via via maggiori, finché vi volterete indietro e riconoscerete la vostra vecchia debolezza. Allora, non avrete più avversari.
L'oscura notte era appena calata su di noi.
Neri uccelli trafiggevano il cielo.
Il vento dell'estate alleggeriva la stanchezza, un altra giornata di addestramento si era appena conclusa.